TURISTI? NO, GRAZIE: PER NOI SIETE OSPITI!

Cronaca leggera di un tour esperienziale CRE.SCO…e non solo!

Di Sofia Capone – Giornalista

Prego, accomodati, ti racconto…prendi da bere, da mangiare, guarda tutta questa bellezza. Sei venuto a Monselice, e ora che cosa fai? Giro per i monumenti, pranzo e poi via? No! C’è un altro modo di fare accoglienza turistica…

Noi i turisti non li vogliamo! Sì, non li vogliamo proprio! E siamo pazzi!? No! Noi con Cre.sco, Creo e Scopro, promosso dall’Augusta Contrada Marendole in partenazionato con il Comune di Monselice, Futuro Agricoltura, Sindacato Labor e Confimprese Italia con il contributo della Regione del Veneto, ci siamo messi in testa di trasformare semplici turisti in veri OSPITI D’ONORE.

E che differenza c’è tra essere turisti ed essere ospiti? Ve lo siete mai chiesto? Se quando arrivate in un posto qualcuno vi viene a prendere e vi dice “oggi vi facciamo divertire e quando tornate a casa portate con voi un pezzo di questa terra e raccontate a tutti che siete stati bene. Poi magari tornate ancora con i vostri amici, perché noi vi aspettiamo”. Beh, allora non siete turisti ma ospiti!

C’è aria di cose belle e nuove in questa nuova modalità di accoglienza partita sabato 19 marzo a Monselice. Il nome tecnico lo hanno trovato gli esperti: “turismo esperienziale”. Noi invece ci abbiamo messo tutto il resto. Il volto di persone gentili e innamorate della loro terra come GIOVANNA – la nostra guida – che ti raccontano tutto quello che ti fa innamorare di questo pezzetto di terra all’ombra dei colli euganeii.

Hai mai saputo che Piazza San Marco è costruita con la trachite di Monselice? No?! Non lo sapevi? E allora Giovanna te lo spiega mentre passeggia e ti fa guardare bene (ma proprio bene bene eh!) il Colle della Rocca. 

E poi vedi la Loggetta e poi questa bellissima fontana? Beh, c’è un motivo se il grande architetto Mario Botta l’ha voluta proprio così, con un ulivo in mezzo: simbolo di pace e circolare per ispirare fratellanza. Se vuoi siediti, prenditi il tuo tempo, non andiamo di corsa noi.

Ma quando hai finito e facciamo due passi Giovanna ti spiega perché non ci sono più le porte d’ingresso in questa magnifica città. E no, proprio tutto non te lo possiamo raccontare adesso.

Giro finito? No, non scherziamo, abbiamo appena iniziato! Dove andiamo? A imparare, a divertirci, a “fare squadra”! E dove? All’Agrimons…che poi, non lo sai? E’ stato il primo mercato contadino italiano! Sandro, il cicerone di questo girone di golosi produttori innamorati della vita e delle cose buone, te lo dice chiaro: se non sai cosa mangi come puoi sapere cosa diventerai? E già…allora se te lo dice Sandro credici!

Perché se scopri che esistono produttori piccoli piccoli ma grandissimi nella cura della loro attività, che non sfruttano la terra per profitto e gli animali per vezzo, hai già capito che questo non è il solito tour. La signora Santina dietro al banco dei latticini te lo spiega “io dò da mangiare solo cose buone ai miei animali, e nessuno con questo latte ha problemi”. La storia d’amore con questa terra è una musica che suona forte e che fa sorridere quelli che l’ascoltano tra i padiglioni di questo mercato. Più di venti produttori e un viavai di vita che se ti fermi a vederli uno a uno ti rende orgoglioso.

Già lo ami questo posto vero? Ma non è tutto. Andiamo a curiosare tra frutta, verdura, maialini che dormono sulla paglia. “boutique o pasticceria” la definisce la sua splendida attività Giulio. Vino, miele, pane, uova, polli e…anche una bella “bionda” con un cappello che ti sorride.

Sei pronto a divertiti? Mica hai pensato che finisse qui. “Adesso ognuno di voi riceverà un foglietto e andrà a prendere dal banco gli ingredienti per fare una festa”. Beh, si facciamo festa, perché per ogni ospite che si rispetti scegliamo il meglio. Preso tutto? Ma occhio eh?! Paghiamo noi! Siete ospiti!

Lo vedete quel bel prato, con il tarassaco in fiore e l’erba profumata come le mele, ci sono delle tavolate. Accomodatevi e godetevi il rumore del vento sotto il colle. Ora vi facciamo assaggiare tutto quello che ci piace e che ci viene bene. Che dovete portare voi? Il sorriso! Ah sì, quell’attrezzo strano, quello li che sembra un lontano parente di una sedia è un avo di una impastatrice. E per chi di voi non si è mai chiesto che forma avesse la “zizzania” Sandro ve la fa vedere prendendo una manciata di cereali diversi, e ve lo spiega perché la zizzania non solo esiste, ma ve la dovete togliere dal cuore…e anche dai campi!

Si mangiano anche fiori in questo posto, ma noi li spalmiamo sul pane con la ricotta, insieme a una di quelle birre di Stefano che il luppolo te lo fa tenere in mano e te lo fa capire con l’odore che sì, serve proprio quello buono per farla bene la sua birra.

Di cose belle ne sono successe tante sabato 19 marzo. Molte le vedete nelle foto, alcune ve le abbiamo raccontate noi, ma tutte (e diciamo davvero tutte) le potete venire a provare di persona!

Beh, ora che vi abbiamo fatto venire voglia, prendetevela una pausa. A Monselice con noi!

Ah sabato 19 si sono divertiti con noi, Paola, Eduardo, Sofia, Elena, Andrea, Bruno, Elisa, Stefano, Donato, Sergio. Loro tornano e voi?

 

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